Mattia Preti (Taverna,1613-La Valletta,1699) altresì detto il Cavaliere Calabrese (per le sue origini e per aver ottenuto tale titolo da Papa Urbano VIII) è un pittore che ha saputo esprimere nei suoi quadri lo stile del barocco italiano, con precisi e significativi riferimenti al caravaggismo del 1600.
Appartenente ad una famiglia di ceto intermedio, di un piccolo borgo della Sila, nel 1630 si trasferì a Roma, raggiungendo il fratello maggiore Gregorio (anch’egli pittore), con il quale diede inizio ad un vero e proprio sodalizio artistico. Gli anni romani vedono fiorire e maturare le opere del Preti pittore, presenti non soltanto nelle collezioni private di importanti e nobili famiglie romane, ma anche presenti nel panorama, non meno prestigioso, delle commissioni pubbliche.
Durante la sua permanenza a Roma, rimase affascinato dalla pittura dei caravaggeschi ed in particolar modo da quella di Bartolomeo Manfredi, il cui genere pittorico prediligeva la rappresentazione di frammenti di vita quotidiana. Mattia Preti pittore, durante la sua vita, fu molto produttivo e, grazie ai suoi viaggi nell’Italia Settentrionale, possiamo riscontrare le suggestioni dei pittori bolognesi, emiliani e veneti.
In occasione del Giubileo il cardinale Francesco Peretti commissiona a Preti Mattia di affrescare le pareti dell’abside della chiesa romana di Sant’ Andrea della Valle, opera che però non riuscì ad ottenere il plauso ed il consenso sperato. Sebbene criticata, quest’opera è certamente tra i suoi lavori più significativi, in quanto denota chiaramente le influenze di Pietro da Cortona.
Nel 1653 si trasferì a Napoli e qualche anno più tardi dipinse il Ritorno del figliol prodigo, ancora conservato presso il Museo Nazionale dei Capodimonte (Napoli). Sempre nella città partenopea, dove importanti erano le tracce lasciate dal Merisi, Mattia Preti gratuitamente si fece carico di affrescare dipinti votivi sulle porte, in parte come atto propiziatorio per scongiurare la peste, in parte come ammenda per aver ferito a morte una guardia, contrario al suo ingresso in città.
Nel 1661 si trasferisce definitivamente a Malta (terra che ne conserva le spoglie) forse con l’intenzione, essendo Cavaliere dell’Ordine, di ottenere diversi ingaggi. Sarà in effetti questo periodo estremamente produttivo e prolifico, sino alla sua morte avvenuta nel 1699.
Pittore Mattia Preti
Il pittore Mattia Preti è unanimamente considerato uno degli esponenti più rilevanti dell’arte pittorica del 1600.
L’essere appartenuto ad una famiglia nobile, gli permise fin da subito di approfondire i suoi studi, grazie ai suoi viaggi. La città natale, (Taverna, oggi in provincia di Catanzaro) era infatti un piccolo borgo ben lontano dal fervore culturale dei centri urbani dell’epoca.
Occorre, riconosce nei suoi lavori, la capacità di mescolare con equilibrio e misura, oltre che i colori, anche le diverse suggestioni che gli derivarono dall’aver dimostrato apertura e curiosità nei confronti dei pittori dell’epoca. I vari suggerimenti e le ispirazioni, infatti, contribuirono a rendere la sua arte “fluida” e costantemente in evoluzione. Il pittore Mattia Preti, infatti, seppe sapientemente amalgamare il classicismo, il barocco ed il naturalismo.
Seppur vicino al caravaggismo, il Preti tradusse lo stile del Merisi, seguendo in realtà la rielaborazione che di esso ne fece il Manfredi. Il metodo manfrediano infatti, agli sfondi monocromi, con colori bruni e tagli di luce violenta, preferiva la pittura di genere, ossia la rappresentazione della vita quotidiana. La luce che per il Caravaggio rappresenta simbolicamente la lotta tra ciò che limpido e ciò che è oscuro, viene qui a perdere questa accezione e quel drammatismo tipico e presente nelle tele del Merisi.
Mattia Preti opere
L’approfondimento di Mattia Preti opere deve tenere conto di un lunghissimo arco di tempo, giacché la sua carriera durò circa sessant’anni e fu caratterizzata da un parallelismo tra viaggi e suggestioni stilistiche; è possibile, infatti, suddividere i periodi pittorici del Preti anche sulla base dei suoi soggiorni nell’Italia Settentrionale.
La sua formazione ebbe inizio nella città eterna, ma proseguì a Venezia, dove conobbe il Tintoretto, in Emilia dove si interfacciò con Carracci ed il Guercino, Napoli ed infine i suoi ultimi anni a Malta.
Le opere che caratterizzano il periodo napoletano, citiamo ad esempio la Resurrezione di Lazzaro presentano la teatralità del caravaggismo: nel dipinto in questione la scena è fortemente connotata dal naturalismo, la luce che origina dall’angolo destro della tela non sembra provenire da una fonte naturale. Ella svolge un compito preciso: illuminare con un taglio obliquo le figure evidenziando il corpo smunto di Lazzaro nell’atto preciso in cui avviene il miracolo della redenzione.
Il Preti scelse Malta come luogo in cui trascorrere il resto della sua vita ed una prima commissione fu la decorazione della Concattedrale di San Giovanni Battista alla Valletta. La tecnica scelta non fu quella dell’affresco, bensì quella di utilizzare una preparazione a base di olio. Nella volta a botte, divisa in sei sezioni, con arcate, sono ritratte le storie di San Giovanni Battista. Memore della precedente e delicata esperienza nell’affrescare la Chiesa di Sant’Andrea della Valle, Mattia Preti pone, in quest’opera particolare cura nella proporzione delle figure. Lo stile barocco sembra qui essere magistralmente ricordato dall’utilizzo di tonalità dorate e azzurre, in una pittura aprica.
Torneranno però le tonalità cupe e ombrose, come nel San Giorgio (Basilica di San Giorgio a Gozo), dove il Santo, nell’atto di soggiogare il drago evoca l’essenza dello stesso spirito cristiano capace di sconfiggere il male. La luce ha nel dipinto il compito di illuminare la stessa fede cristiana, qui raffigurata da una figura femminile intenta in un atto di preghiera.
Tra le opere vi segnaliamo Mattia Preti anche il San Matteo
Mattia Preti è un insigne rappresentate della pittura del 1600 il cui obiettivo fu quello di tornare alla naturalezza delle raffigurazioni, attraverso il disegno dal vero capace di chiarezza comunicativa ed emozionale.